Il 35% degli infortuni gravi è
dovuto a cadute durante il lavoro eseguito in altezza, se si aggiunge che il
50% di questi infortunio provoca invalidità professionali permanenti si capisce
quanto sia determinante predeterminare nella maniera più precisa possibile l’idoneità
del lavoratore.
L’assenza di modalità univoche e
di un protocollo standardizzato per l’intercettazione della presenza di rischi
per problematiche presenti sul lavoratore e soprattutto la mancanza di impiego
di strumentazioni di misura lasciano molto alla valutazione soggettiva.
Nella pubblicazione L'utilizzo della pedana stabilometrica computerizzata come ausilio nella
definizione della idoneità al lavoro in altezza nel comparto edile (D'Orso, MI; Garaguso, M; Ferrari, G; Riva, MA; Gallamini, M; Cesana, G, - GIORNALE
ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA - Vol. 34 - pag. 528-520 - Edizioni
PI-ME – 2012) gli autori concludono che
la pedana stabilometrica è uno strumento efficace, in associazione all’esame clinico, per l’individuazione di ipersuscettibilità al rischio di caduta dall’alto.
In particolare gli autori evidenziano che l’impiego
della pedana non solo ha permesso di confermare quasi tutte le situazioni di possibile
ipersuscibilità emerse dagli esami clinci ma ha inoltre evidenziato altri
lavoratori affetti da alterazione delle funzioni dell’equilibrio non emerse
durante gli esami eseguiti senza l'ausilio della pedana.